Relativo all’ambito dell'istruzione.
«Esperti del settore da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea si sono riuniti per valutare il lavoro svolto fino ad oggi e fissare gli obiettivi per il prossimo periodo 2016-2017».
Ogni qualvolta che si intraprende un nuovo progetto o a seguito di nuove disposizioni per mutare strategia, inizia la fase di studio con l’impegno di apprendere la concezione, conoscere il complesso di elementi ed assimilare i contenuti. Una propedeutica atta a fissare lo scopo, definire le discipline e formare i gruppi per svolgere le rispettive competenze. Una consuetudine contemplata nella buona pratica, disciplinata dai protocolli di qualità e regolamentata nei decreti legislativi in ambito di sicurezza per l’identificazione delle fonti di pericolo e la valutazione del rischio. In pratica un buon processo di creazione di conoscenza.
Con questo modo di procedere, insieme ad altri, attraverso la pratica del lavoro, si è potuto permeare la propria esperienza operativa. Una partecipazione non del tutto convenzionale, ma sollecitata da una ormai ineluttabile necessità di sperimentazione: squadre di lavoro, con orientamento a un compito specifico, uniti dall’azione e dal significato che tale azione riveste, ci rendeva intenti a facilitare il trasferimento della conoscenza tacita. L’applicazione dei più dotati, puntava a migliorare l’efficacia dell’apprendimento complessivo, lavorando.
La condivisione di contenuti ha uno scopo leggermente diverso: nel contesto sociale la condivisione di notizie è un tentativo di avviare una conversazione costruttiva. Non esiste vera conoscenza già codificata e disponibile per essere passivamente appresa dagli individui. La conoscenza dipende dall’ambito in cui si produce: per altro, se si accetta che debba essere creata, per definizione diventa dipendente da chi la crea e dal processo che a tale scopo è utilizzato. Da qui l’idea insistente che non si possa prescindere dal processo di creazione di conoscenza, per ogni attività o iniziativa che si va ad intraprendere. «Gli individui, i gruppi, le organizzazioni, le città, sono tutti esempi di sistemi sociali, cioè sistemi viventi che hanno caratteristiche evolutive comuni. Essi mostrano un’innata tendenza a produrre nuova conoscenza (nuovi modelli di comportamento e di sviluppo) per co-evolvere insieme all’ambiente: in una parola, per sopravvivere».
Ciascun paese europeo è responsabile del proprio sistema di istruzione e formazione. La politica dell'UE si limita a sostenere gli interventi nazionali e contribuisce ad affrontare sfide comuni, come l'invecchiamento della popolazione, il fabbisogno di qualifiche, lo sviluppo tecnologico e la concorrenza mondiale. Il mercato del lavoro è in continua evoluzione. Le abilità, competenze e qualifiche richieste cambiano nel tempo. Per poter affrontare il cambiamento, occorre essere dotati di diverse competenze di base. le conoscenze in campo scientifico e tecnologico costituiscono la base per ulteriori studi e un bagaglio essenziale per il lavoro e l'integrazione sociale.
«In tutte le civiltà umane esiste l’idea di mercato come luogo deputato all’incontro tra persone con bisogni diversi che desiderano scambiare beni e servizi. La caratteristica dei mercati di oggi è che lo scambio è guidato non dai bisogni, ma dal profitto. È pura ideologia pensare che la società possa funzionare al meglio lasciando i mercati liberi di perseguire il profitto, e che i mercati possano operare efficacemente soltanto limitando le interferenze al minimo. Le regole che governano il funzionamento dei mercati sono stabilite dai potenti; il nostro dramma è aver permesso che questo accadesse». (Raj Patel. Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo, p.27).
Immagine: http://goo.gl/eowhSB