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Packaging culturale

21/04/2006 25142 lettori
5 minuti
Di tutte le mail che mi arrivano giornalmente, una ha destato la mia curiostà (è una frase fatta, lo so, però mi è venuta così).
Mi arrivano spesso comunicati stampa di aziende italiane ed estere che promuovono qualche loro iniziativa, ma questa volta c'è un aspetto interessante: il packaging utilizzato.

Piccolo preambolo: il comunicato ricorda la presentazione di "...BAU Contenitore di Cultura Contemporanea, aperiodico in forma di scatola in 150 esemplari che raccoglie opere e testi originali in formato UniA4 di sessantasette autori italiani e stranieri, ideato e prodotto dall’Associazione Culturale BAU di Viareggio." Aperiodico in forma di scatola???? Inutile dire che questa espressione inusuale ha colpito la mia fantasia.

Ecco quindi che mi metto a cercare informazioni sul Progetto BAU ed arrivo sul loro sito; scopro quindi che "BAU è un’iniziativa spontanea, autogestita dagli autori, senza alcun fine di lucro: una piattaforma di scambio per confrontarsi e discutere del proprio lavoro e della complessa realtà culturale contemporanea, un inedito momento di socializzazione e di verifica.[...] Il progetto promuove la sperimentazione e la ricerca di nuovi linguaggi, elabora tesi sui rapporti tra arte, scienza, politica, ambiente e uomo. Opera, inoltre, per una sistemazione critica e l’elaborazione di una storia dell’arte e della produzione poetica degli ultimi decenni in Versilia."

Il numero di autori è lo stesso della popolazione di una frazione di provincia; dalla lista presente sul sito sono 67.

L'aspetto affascinanate risiede nella distribuzione: rilegato in una scatola. Sembra ovvio che un prodotto abbia una scatola, compresi molti prodotti editoriali, ma questa volta è diverso: la scatola non ha solo la funzione di preservare tecnicamente il prodotto, ma vuole avere nell'utente una funzione visionaria, quasi onirica: "...Il n. 0 di BAU è un assemblaggio di vari contributi personali e si propone come “scatola aperta” senza alcuna restrizione di tema, supporto o tecnica di realizzazione. Una rivista-laboratorio che soddisfa la curiosità degli autori di scoprire vicendevolmente il loro lavoro, ovvero un modo di abbandonare la propria isola per inaugurare un avventuroso viaggio con una imbarcazione diversa. Ogni singolo intervento rimanda ad una personalità, decine di storie eterogenee[...] Quello della “scatola” da riempire di lavori e sorprese è una suggestiva metafora operativa che si presta a sviluppi in molteplici direzioni."

Anche ciò che sulla scatola c'è impresso vuole affascinare l'utente: "Contenitore di Cultura Contemporanea" come a dire: "aprimi e scopri un mondo poliedrico e ricco di sfaccettature".

I miei più sinceri complimenti ad un progetto che ha utilizzato il marketing ed il packaging a suo piacimento, connotandoli per ciò che veramente servono: un plus per far diventare il prodotto unico.
Andrea Signori
Andrea Signori

Sono Andrea Signori, ho 30 anni e lavoro nell'ufficio marketing di Ad Maiora occupandomi delle PR e della comunicazione. Dopo il diploma in lingue ho mollato il Bel Paese e sono andato a fare esperienza negli USA. Quindi, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione ho frequentato un master in Corporate Communication e PR Management. Ho fatto diverse esperienze in agenzie di comunicazione e di marketing. La letale ed irrefrenabile curiosità mi ha portato a intraprendere questa parallela carriera di web marketing writer. Scrivo articoli web marketing oriented per alcuni siti italiani. Sono co-autore su Marketing Routes, scrivendo di Advertising e Comunicazione. Nel poco tempo libero, a seconda del mood mi piace guardare dvd in TV, mangiare tonnellate di sushi inbevuto nella soya e nel wasabi mentre mi faccio tatuare, uscire in barca a vela o prendere aerei e partire; perchè già il sentire il motore di un aereo mi fa sognare lidi lontani.