Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

L’Italia dei Barron Robbers e dei corporate raiders: le banche (4)

24/12/2007 22180 lettori
5 minuti
(la prima parte)
(la seconda parte)
(la terza parte)

Lo sviluppo economico italiano dovette basarsi sul feed back personale delle poche grandi industrie.Le quali avevano bisogno,per ridurre i loro costi e facilitare il loro sviluppo ,di piccole aziende che lavorassero per loro (oggi diremmo che utilizzarono il sistema dell’outsourcing) fabbricando semilavorati e componenti.
E,quasi sempre,queste piccole aziende nacquero da tecnici,dirigenti ed operai che in precedenza avevano lavorato in tale aziende come dipendenti.
Ma questi nuovi imprenditori non avevano una lira.Come finanziare i loro investimenti in Capitale Fisso?Come potevano iniziare una nuova attività senza poter comprare beni strumentali?
Non vi fu che un metodo finaziaramente sballato,ma che all’epoca si presentava oggettivamente come unico:il ricorso alle banche anche per finanziare non solo il capitale circolante,ma anche i beni strumentali,i fabbricati,gli impianti,gli automezzi,ecc.
Nacquero così le prime srl che – si ricorda – dovevano avere un Capitale Sociale minimo di lire 50.000.Che per gli altri Stati industrializzati od in via di industrializzazione fu semplicemente considerato scandaloso.
Comunqe ciò provocò nuova occupazione,nuovi stipendi,una nuova modesta domanda che dette luogo allo sviluppo dell’artigianato e del piccolo commercio.
Si ricorda che per lo sviluppo dell’artigianato vennero concessi danari a fondo perduto,ed anche mutui trentennali al tasso dell’1% per finanziare i loro investimenti.
Insomma la piccola e media industria italiana nacque senza una lira;con mutui agevolati,ma soprattutto con gli affidamenti delle banche.Le quali –essendo padroni della situazione – persero l’occasione di farsi remunerare bene i loro interventi ;ma non persero l’occasione di farsi pagare questi interventi in maniera sproporzionata rispetto alle concrete esigenze di uno sviluppo industriale.
E quando l’imprenditore non poteva rientrare (od era in difficoltà) le banche provvedevano a trasformare l’indebitamento a breve in indebitamento a medio o lungo termine,facendo avere loro dei mutui il cui ricavato finiva per ricoprire l’affidamento concesso dalle banche in modo tale da far ripartire i conti correnti con affidamento da zero e proseguire nel mantenimento del fido.
Ma la redditività di queste piccole e medie aziende era pur sempre modesta.
Infatti avevano acquistato fabbricati industriali e beni strumentali utilizzando affidamenti bancari ed i mutui.Quindi i costi finanziari erano alti.
Vero è che le banche concedevano affidamenti,ma il loro costo era già altissimo.
E’ in questo momento storico che nasce in Italia quello spread tra tassi attivi e tassi passivi che ancora – per le sue dimensioni – è il triplo od il doppio di quello degli altri paesi industrializzati.Del resto ,allora,era praticamente impossibile cercare finanziamenti in moneta estera a tassi minori almeno della metà,perché le banche estere pretendevano garanzie che gli imprenditori italiani non potevano dare.Anche se al momento ciò sarebbe stato privo di rischi in presenza di un sistema monetario internazionale a cambi fissi.
Il grido di dolore degli imprenditori più comune all’epoca era “lavoriamo per le banche” .
Inoltre,dato l’impiego suddetto dei finanziamenti bancari a breve termine,erano caratterizzate continuamente da mancanza di liquidità.Il loro rapporto tra attività correnti e passività correnti non era di 1,5-2 volte;ma bensì il contrario.E spesso si trovavano in difficoltà solo per acquistare la materia prima.Bastava una piccola stasi delle vendite per rendere difficile anche una piccola produzione a magazzino che sarebbe stata poi venduta in seguito.
Già verso la metà degli anni ’60 molte piccole e medie imprese erano in crisi.Fu il boom edilizio a salvare molte di queste imprese. Infatti nacquero allora le prime “zone industriali”agevolate per gli imprenditori che ivi erano disposti a trasferirsi.
Poiché gli immobili delle loro aziende erano per lo più dislocate dentro la città o nelle stretta periferia,essi poterono vendere tali immobili a buon prezzo e rientrare negli affidamenti con le banche. Inoltre,poiché venivano scelti nuovi fabbricati industriaili più grandi e più moderni,poterono trasformare i loro mutui in nuovi mutui di più alto importo.
Questo salvò molte piccole medie ed anche grosse aziende.Ma la redditività?
Essa in generale non migliorò. Strutture aziendali approssi- mate,personale di basso livello,macchinari acquistati a risparmio non favorirono la produttività aziendale,che le Statistiche Ufficiali misuravano sulla base degli investimenti pro-capite,e non sui margini di profitto delle imprese.
Poi,spesso ,per stato di necessità delle imprese economicamente marginali,si diffuse l’evasione fiscale.Infatti in tali imprese,a bassissima redditività,l’imprenditore si trovava di fronte ad tre scelte:pagare le tasse,non riscuotere il suo compenso,chiudere l’azienda.

 

(continua - la settimana prossima)

Massimo Bartolozzi
Massimo Bartolozzi

BIO IN ITALIANO

Nel 1961 si diploma in Ragioneria. E' più di un anno avanti rispetto alla normale età scolastica. Riceve al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi una lettera di congratulazioni essendo il diplomato più giovane d'Italia.

Si laurea presso l'Università di Perugia in Economia e Commercio nel 1968, con una tesi in Economia Bancaria che riceverà 19 punti sul massimo di 20, ottenendo un record italiano che non sarà mai superato.

Come Borsista diviene Assistente Ricercatore presso la Cattedra di Tecnica Bancaria presso la Facoltà di Economia e Commercio di Perugia.

Nel 1970 inizia gli studi presso la Boston University, Massachussets USA.

Nel 1971 entra all'Ufficio Studi e Ricerche Economiche dell'ENI.

A tale data Massimo Bartolozzi era già entrato in contatto con il grande Economista James Meade di Cambridge, cui aveva spedito la sua tesi. Il rapporto con questo Maestro durerà per molti anni, e sarà fondamentale per la sua formazione di Economista.

Nel 1973 passa dall'ENI alla GEPI come Direttore della Divisione Finanza e Programmazione, occupandosi di ristrutturazioni aziendali, finanziamenti e rapporti con il Mondo Bancario e di Borsa.

Durante i suoi studi alla Boston University compie due tirocini di tre mesi ciascuno presso la World Bank in Washington ed ha occasione di recarsi in Sri Lanka, Costa d'Avorio e Zambia nel quadro degli aiuti ai Paesi in via di Sviluppo.

Nel 1974 ottiene presso la Benjamin Franklin Boston University il Ph.D. in Economia ed Econometria.

Nel 1976 James Meade riceve il Premio Nobel per l'Economia, e invia Massimo Bartolozzi come Lecturer presso l'Unversità di Panjim – Goa (India). Dove ritornerà, sempre come Lecturer, più volte. Conosce l'India ed abbraccia la religiosità Induista.

E' anche Lecturer presso le Università di Standford, De Paul University-Chicago, Cambridge e Austin (Texas), dove aderisce alla corrente Istituzionalista dell'Economia.
Diventa Membro della American Managemet Association; dell' Economic Journal Association e della Leaders in Mind di New York.

Pubblica negli USA ed in Inghilterra numerosi lavori, tra cui i più noti sono: “Oligopoly: a Contracting Approach” [Ed . Allen-Londra 1976]. ”Where is only one proof or one evidence of free-market?” [Colorado State University-Economic Bulletin, marzo 1975]. “Central Banks, Interest Rate and Inflation” [World Bank Journal, 1975 - Washington]. ”The invisible hand is a fair tale or a cheat?” [De Paul University Quaterly Journal - Chigago 1976].

Nel 1977 riceve da Robert Mac Namara, Presidente della World Bank, la proposta di entrare a far parte dello staff della sua Segreteria Particolare. Bartolozzi accetta di trasferirsi negli Stati Uniti. Quando, prima di assumere l'incarico, irreversibili e gravissime avversità colpiscono la sua famiglia in Arezzo, ed è costretto a rinunciare. Dovrà anche tornare ad abitare ad Arezzo.

Nel frattempo è consulente sempre della Gepi, della Cassa del Mezzogiorno e dell' ENI. Ha diversi incarichi come Amministratore e Sindaco Revisore in società dei Gruppi Gepi, Eni, IRI.

Nel 1978 inizia l'attività di Dottore Commercialista in Arezzo, alla quale si era abilitato a Roma già nel 1974. Ma è anche Direttore Generale della TESAR SPA in Arezzo (a partecipazione ENI).

Dal 1981 svolge solo la sua attività in Arezzo. Oltre ad essere dal 1995 al 2000 Docente di Economia Applicata presso L'Ateneo Universitario Giacomo Ugolini in San Marino.

Nel 1985 costituisce la FAC EUROITALIA srl, una Professional Consulting di cui è ancora Presidente, la cui Ragione Sociale sarà mutata in Fac.Bartolozzi Consultuing Srl.

Nel 1989 [Editore Buffetti] pubblica il libro “La Cessione dei Crediti” cui seguiranno “Il Manuale sull' Elusione, 1994 e “Crediti Inesigibili: Il Punto”, 2000, cui seguirà una nuova aggiornata edizione nel 2005.

Massimo Bartolozzi è uno degli Official Speakers dell'Associazione Internazionale Leaders in Mind di New York ed è chiamato spesso come relatore in importanti conferenze internazionaliper i seguenti argomenti:
- Distribuzione dei Redditi -Income Distribution
- Gli Spazi Vettoriali nella Teoria Dell'Impresa
Vector Spaces and Enterpise Theory
- Decisioni Manageriali su Informazioni Imperfette
Making Decision and Imperfect Information
- Le Economie a Somma Zero .-The Zero Sum Economies

Ottiene nel 2003 dalla Dialog Software di Oslo (Norvegia) la certificazione internazionale di “ Balanced Scorecard Operator”.

.

E' Docente di Economia Applicata;Matematica Finanziaria e Economia Bancaria presso il "L'Ateneo Internazionale Giacomo Maria Ugolini-Ambasciatore" -da quest'ulmimo fondato- presso la Repubblica di San Marino:Ateneo che svolge Corsi di Specializzazione a Laurati.
Attualmente svolge l'attività di Economista e Dottore Commercialista ( Diritto Societario e Tributario ,Start Up e Ristrutturazione di Imprese in Arezzo- Via Cimabue 30.
Per pareri su tali materie contattare mbrt@email.it.





Englisjh BIO

Arezzo.


ENGLISH BIO


Massimo Bartolozzi was born in Arezzo (Italy) on 4 th of June 1943. He got in 1969 his degree in Economics at the University of Perugia. His thesis got a bonus of 19 points (the highest possible was and is 20 points), that is the Italian record so far in the matters of Economics Theory and Applied Economics.

In 1970 he passed also the teacher's diploma exam through in Economics and Juridical Regulation. In the same year he started his economist carrier for ENI (Italian Oil Company- a Public Company) as member of Economic Research Department. After two years he was called as Chief of Economic Research Department of GEPI spa (Industrial Enterprises Managing and Acquisition Joint Stock Company-a Public Company too).




In 1974 he got the Ph.D. in Economics at the Benjamin Franklin Foundation in Boston (USA) and the official qualification to practise the profession of Tax Lawyer and Book Chartered Accountant Doctor.


He had already the chance to meet in Cambridge (UK) James Meade (who was going to become in 1976 Nobel Laureate in Economics). At the time Massimo Bartolozzi did his degree's thesis about the Meade's thought on the market structure. The pupil relation with J. Meade was keeping on for many years.

In the meantime Massimo Bartolozzi, as Chief of GEPI Economic Research Department, seized many opportunities to take part in very important workshops and economic researches in Italy and in all the world, India included. In Italy mainly he was member of Prometeia Economic Association and Agnelli Foundation's Progetto Valletta. He had the opportunity also to get in touch with the rising industrial problems of CEE.

In 1977 Robert Mac Namara, President of the World Bank, read out by chance a paper (published in an American Review) of Massimo Bartolozzi having for subject the role of Central Banks in the monetary market.


A good job was offered to Massimo Bartolozzi in the World Bank staff of President Mac Namara.But suddenly gievious adversietes hitetd his family;and he was forced to come back to live in Arezzo-Tuscany-Italy


As economist Massimo Bartolozzi will join the Istitutional Economic Thought,and publish many important papers, as "Oligopoly: a contacting approach" [ G. Allen Press – London –1976] or “Where is one proof or one Evidence of free market?" [Colorado State University,Economic Bullettin, March 1978]. And also “The invisible hand is a fair tale or a cheat?" [De Paul University, Chigago, 1978].

Since 1976, besides the economic research, Massimo Bartolozzi starts the Chartered Accountant and Manager Consultant profession. He deals with Society and Fiscal Law, especiallly in Restructuring Processes. His office was in Rome first, then in Arezzo since 1982.

He improves also Work Psychology and profiler profession for Managers jobs.

In 1985 he set up FAC EUROITALIA - whose name will be changed in FAC.BARTOLOZZI CONSULTUNIVERS.it - a professional consulting very known in Italy; now he is the CEO.

In 1989 he releases, Buffetti publisher, the book "Credit Management" which becomes a best seller. He writes "The Elusion Manual" and "Outstanding Credits Today" too.

He's a member of the American Member Association, of the "Leader in Mind" association in London and of IARIW in Brussel.


He is one of the Official Speaker of the International Association LEADERS IN MIND of New York (Usa) per thee following topics:
- Income Distribution
- Vector Spaces and Enterprise Theory
- Msking Decision and Imperfect Information
-The Zero Sum Economies

From 2003 he is also "Balance Scorecards Operator" for the company Dialog Software (Oslo).
At the Moment HE IS A Jobber in Italy -Arezzo- Tucany -Via Cimabue 30.
To conctat mbrt@email.it