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L’Italia dei Barron Robbers e dei corporate raiders: le banche (6)

31/12/2007 23360 lettori
5 minuti

(la prima parte)
(la seconda parte)
(la terza parte)

(la quarta parte)
(la quinta parte)

La tesi di sostenere al massimo soprattutto le piccole e medie aziende era,invece,patrocinata soprattutto da Andreatta, Prodi, Grassini, Lombardini altri e Schumacher (creatore del motto “Piccolo è Bello”).
Tecnicamente si trattava di scegliere tra continuare a dare agevolazioni (danari a fondo perduto e finanziamenti agevolati) alle piccole imprese artigiane o qualcosa dimensionalmente di più;oppure concedere agevolazioni solo nel caso in cui tali imprese si fondessero per acquisire dimensioni maggiori.
Prevalse,per sfortuna dell’Italia,la prima tesi.Ed il motivo prevalente va cercato nella corruzione.
Infatti per avere un finanziamento,un mutuo,un contributo a fondo perduto occorre sempre avere l’appoggio di un “Personaggio Importante”.Il quale,poi,vuole la sua tangente.Basta una semplice riflessione psico-matematica per capire che se un “Personaggio Importante”patrocina 10 finanziamenti richiesti da10 imprese diverse incassa di più di quanto incasserebbe nel patrocinare un solo mutuo;anche se l’importo del singolo mutuo è di importo pari ai 10 piccoli mutui messi assieme.
Quindi più numerose erano le imprese più il “Personaggio Importante” avrebbe incassato.
Era chiaro che l’ipotesi di agevolare le fusioni e le concentrazioni di imprese ne avrebbe drasticamente ridotto il numero.Ed anche gli interessi bancari sarebbero stati,nel complesso,minori (poiché la concentrazione avrebbe aumentato i mezzi propri in conseguenza di   una seria ristrutturazione sia dei beni strumentali che del capitale circolante).
Nel complesso –stante la padronanza delle banche sul sistema economico italiano – è più che evidente la loro decisiva influenza sul Legislatore.Ed è altrettanto chiaro come nel tempo si siano formate potenti lobbies (politici,operatori di borsa,assicurazioni,grossi imprenditori) attorno al mondo bancario.Potenti gruppi di potere di solito riuniti in Logge Massoniche o nell’Opus Dei.
E’ chiara l’influenza delle banche e delle loro lobbies nei confronti del Legislatore.Le banche hanno sempre ottenuto le leggi che volevano.
Basta pensare all’Art.1283 C.C. ed agli altri articoli riguardanti le operazioni bancarie. L’art.1283,che vieta la capitalizzazione degli inte- ressi (cioè sugli interessi maturati non si possono calcolare altri interessi) fu introdotto nel nuovo Codice Civile del 1942 in seguito alle Leggi Razziali. Infatti a quel tempo non esisteva alcun albo di soggetti abilitati a compiere operazioni finanziarie (l’Albo arriverà solo nel 1992 con il Dlgs 385).Chiunque poteva prestare danari ad altri a tassi di interesse più o meno elevati (ma sempre molto più elevati di quelli bancari).Ed i principali professionisti del settore erano gli ebrei.
Non potendo anche il Fascismo non essere condizionato dal mondo bancario,nel nuovo Codice Civile non venne inserita la definizione di conto corrente bancario (che nel Codice precedente esisteva).E ciò perché,in tal modo,le banche potevano operare a loro piacimento.
Caduto il Fascismo il Codice Civile non venne modificato per quanto riguardava la definizione di conto corrente bancario;infatti le banche erano sempre –regime fascista o regime democratico –intoccabili.
Rimase in essere l’Art.1283,per prevenire atti di usura.Articolo che ,come vedremo,le banche hanno regolarmente ignorato –nel silenzio più assoluto -  fino alla storica Sentenza della Cassazione n. 2374 del 16/3/99. 
Ma vediamo come a volte le banche italiane si comportano da veri e propri Corporate Raiders.
Di solito accade con società che presentano qualche difficoltà che sarebbe superabile solo con un leggero aiuto:esse si rivolgono alle banche creditrici per essere agevolate nella ristrutturazione dell’impresa.
Entra così in funzione il cosiddetto pool bancario delle banche creditrici ;la cui prima condizione è che gli amministratori della società (o della holding) vengano sostituiti ,con attribuzione di poteri straordinari,da “fiduciari” delle banche stesse.I quali prendono totalmente in mano le redini della società ( o della holding ).
Avendo eliminato gli amministratori dalla gestione – che conoscevano i meccanismi di funzionamento della società ed avrebbero potuto condurla verso una vera e propria ristrutturazione– i fiduciari altro non faranno in primo luogo che cercare di restituire alle banche la maggior parte di danaro possibile riducendo i loro crediti.In ciò cessando di pagare fornitori,altri creditori e gli stipendi ai dipendenti.Che di solito vengono in gran parte messi in Cassa Integrazione( a spese dei contribuenti).E la produzione si ferma.
Quanto ai più importanti managers dell’azienda,essi non resisteranno a lungo.Privi di direttive competenti entrano subito in contrasto con i fiduciari delle banche.Inoltre ,mancanti di liquidità, corrono il rischio di non poter mantenere gli impegni già presi con molti fornitori (impegni che sono soprattutto basati sulla fiducia personale) e rischiano di perdere la faccia.Così come non possono più mantenere,in termini di consegne,gli impegni presi v e pendenti verso la clientela.
Conseguentemente lasciano il posto e se ne trovano un altro.
La gestione della società è ora abbandonata a se stessa;e questo era l’obiettivo che i Corporate Raiders,cioè le lobbies bancarie,si riproponevano di conseguire.Ovviamene anche i fiduciari fanno parte della lobby che,come abbiamo detto,di solito è una loggia massonica (o l’Opus Dei) costituita ed istituita ad hoc per eseguire una serie di queste operazioni.
Tra l’altro i fiduciari bancari provvederanno a distruggere tutta quella documentazione di ieri che oggi potrebbe essere compromettente con le banche.
La società (o la holding) a questo punto viene messa in vendita,procedendo così alla sua totale distruzione.Infatti i fornitori,già in ritardo nelle riscossioni,non venderanno più merce ad una società che non si sa in mano di chi andrà a finire.Così come i vecchi clienti – già spesso in contenzioso per i mancati ritardi nella consegna delle merci –tutt’altro faranno tranne ordinare altre commesse.Quanto alla nuova clientela non arriverà mai più.
Le uniche cose che della società ( o della holding) così svaligiata rimarranno saranno il nome;i marchi;i brevetti ed i processi di produzione abbandonati ma ancora efficienti.
A questo punto tutto è pronto per passare gli assets più importanti (appunto quelli già menzionati) ad una società ( o holding) facente parte della lobby.
I fiduciari delle banche manderano  a monte – giustificandosi con le cattive informazioni che le banche hanno provveduto a fornirgli su eventuali società interessate all’acquisto– ogni trattativa con quest’ultime che non fanno parte della lobby.
I fiduciari bancari,poi, faranno un contratto di affitto dell’azienda,con pochissimi dipendenti,con la società scelta dalla lobby; a basso prezzo,con canoni di affitto che prevederanno,dopo il pagamento di un certo numero di canoni, l’acquisizione dell’azienda.
Infine verrà dichiarato il fallimento della società.
La curatela si troverà di fronte ad una fatto compiuto:non può far altro che subentrare nel contratto di affitto perché qualsiasi altra alternativa sarebbe meno conveniente.
Ed il gioco è fatto.Rien ne va plus.
E’ stato presentato al lettore un caso semplice.Ma le fattispecie di solito sono molto più complesse e difficili da far capire in poche righe quando entrano in gioco anche le Merchant Banks delle banche,le loro società di leasing e di factoring e quelle finanziarie.Oltre le loro Fondazioni.
Contro i fiduciari delle banche difficilmente si presenteranno azioni di responsabilità visto che sono tutti nullatenenti.Quanto ad eventuali incriminazioni dei fiduciari i tempi sono lunghissimi;tra aministie, indultini,condizionali,patteggiamenti senza iscrizione nei casellari giudiziari,ecc. se la cavano sempre illesi.
Quanto ai dipendenti, terminata la Cassa Integrazione,rimarranno senza posto di lavoro e senza becco di un quattrino.E dovranno andare a raccomandarsi alla nuova società che ha acquistato per nulla o quasi la vecchia società per cercare di ottenere un posto di lavoro ad un salario molto inferiore a quello che guadagnavano nella società precedente.E pochi ci riusciranno.
Essi riceveranno comunque la loro liquidazione dall’INPS (sempre a spese dei contribuenti).
E’ tutt’altro che raro il caso in cui la società della lobby vada male;e se ne svaligi un’altra per rimetterla in sesto.
Le banche potranno dire che “hanno salvato un’azienda”.Esse riprenderanno i loro crediti dalla società acquirente della lobby con pagamenti dilazionati,a tasso legale del 2,5%,in tempo lunghissimi.
Questi fatti di Corporate Raiders possono avvenire anche tra banche.
O verso società (od holdings) che non sono in difficoltà.In ogni caso si sceglie la società(o holding) “ obiettivo”;e la si distrugge lasciandoci solo know how,brevetti,clientela facilmente recuperabile,processi di produzione o di servizi per trasportarli in un’altra banca o società facente capo alla lobby.
In ogni modo i Corporate Raiders,gli Operatori di Borsa ed i Banchieri ne usciranno a testa alta,come uomini di grande prestigio e grande reputazione.
Ma la figura più eclatante di Barons Robbers si trova soprattutto nella prassi che riguarda solo le banche nel complesso;e si chiama anatocismo.
Ben consapevoli che oggi l’usura altro non è che l’inosservanza della Legge 108/96,fin dall’antichità si è chiamata “usura” la concessione di prestiti comportanti un interesse.Quindi quando nell’immediato conseguo parleremo di usura dovremo intendere la parola interesse(come si capirà).
Già Aristotele condannò l’interesse sui prestiti,chiamandolo usura,in quanto non gli sembrava giustificato che la moneta –essendo mezzo di scambio – si accrescesse semplicemente con lo spostarsi da una mano all’altra.Ovviamente in Aristotele non esiste un’analisi economica dell’interesse (per la quale dovremo aspettare Sant’Antonino da Firenze); siamo ancora molto lontani dal concetto di “moneta merce”;la quale ha dato luogo ai tassi di cambio e allo sviluppo di  interessi su moneta prestata.
Contro i prestiti di moneta ad interesse si scagliò per secoli gran parte della Scolastica.Basta citare,Giacomo Della Marca,il Beato Bernardino Da Feltre.Ed in epoca romana Clemente Alessandrino,Tertulliano, Cipriano, Commodoro, Lattanzio, Sant’Ambrogio, papa Leone Magno,
Basileo, Gregorio Nazareno, Giovanni Crestantino.
Quanto agli ebrei era proibito ricevere interessi da un altro ebreo;ma non da persone di diverse religioni.Gli fecero eco i Carolingi Robino Mauro,Graziano Connestore,Guglielmo da Auxerre nel proibire l’uso degli interessi tra cristiani,ma non nei confronti di appartenenti ad altre religioni.
Gli imperatori di Bisanzio Nicefaro I e Basilio I proibirono tassativa- mente ai sudditi di riscuotere interessi;solo lo Stato poteva farlo.
In questa querelle furono i Concili di Lione (1284) e di Vienna (1311) a dichiare l’usura ( pratica di riscuotere gli interessi su di un prestito) peccato mortale,e motivo di scomunica.
Non trovò spazio neppure la tesi che il prestatore,disfacendosi del suo denaro,subiva un lucrum cessans;mentre trovò spazio la tesi che gli interessi erano dovuti se chi aveva ricevuto il prestito non ripagava il debito entro le scadenze stabilite o non lo restituiva per intero.
La svolta decisiva ci fu con il Papa Giulio II il quale,volendo costruire Piazza San Pietro ed abbellire la chiesa con tanto di utilizzo di grandi architetti e artisti (vedi il Buonarruoti che dipinse la Cappella Sistina), ebbe bisogno di danari,e si rivolse agli ebrei pagando loro interessi.
Comunque in questa querelle non fu mai messa in discussione la differenza tra interesse e usura;la differenza consisteva nell’entità nel tasso di interesse applicato.
Ma ciò che non fu mai tollerato fu l’anatocismo;cioè la capitalizzazione degli interessi che producono altri interessi.
Tale pratica non fu ,nella gran parte dei casi,utilizzata neanche dai primi banchieri.
Anche nel prestare soldi ad interesse(mai anatocistici) vi furono casi di coscienza tra i primi banchieri.Basta citare il Datini di Prato (1412) il quale,dopo essersi arricchito a dismisura con questa pratica (inventò i conti di dare a avere ed anche i primi assegni e cambiali) fu colto da una crisi di coscienza per cui cessò tale attività dopo aver fatto donazioni rilevanti ai poveri e costruito ed abbellito chiese e cattedrali.Per poi ritirarsi in preghiera negli ultimi anni della sua vita.Comunque i suoi eredi continuarono l’attività.
Il fenomeno dell’anatocismo,con lo sviluppo del grande sistema bancario dell’800 – a parte nelle “banche di frontiera” del Far West dove accadeva di tutto –cominciò a far capolino solo negli anni ’30.
Un contratto di conto corrente doveva ,pena nullità, (metodo diretto) prevedere la data di chiusura entro la quale non era possibile nessuna revoca.Al momento della chiusura i due contraenti potevano rinnovare il contratto di conto corrente ,che diveniva così a “chiusura presunta”.In questo caso si continuava a calcolare gli interessi, senza capitalizzarli,fino al giorno della effettiva chiusura.
Poi si passò al conto corrente a revoca (metodo indiretto);gli interessi (che poi erano sconti) si calcolavano non come nel metodo diretto (dal giorno dell’operazione al giono di chiusura ) ma da un giorno –chiamato “epoca” (che poteva essere il giorno di apertura del conto corrente,il giorno della prima operazione od un altro giorno qualsiasi ) –fino alla data delle operazioni.Al momento della revoca si calcolavano saldi capitali ed interessi.

(continua - la settimana prossima)

Massimo Bartolozzi
Massimo Bartolozzi

BIO IN ITALIANO

Nel 1961 si diploma in Ragioneria. E' più di un anno avanti rispetto alla normale età scolastica. Riceve al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi una lettera di congratulazioni essendo il diplomato più giovane d'Italia.

Si laurea presso l'Università di Perugia in Economia e Commercio nel 1968, con una tesi in Economia Bancaria che riceverà 19 punti sul massimo di 20, ottenendo un record italiano che non sarà mai superato.

Come Borsista diviene Assistente Ricercatore presso la Cattedra di Tecnica Bancaria presso la Facoltà di Economia e Commercio di Perugia.

Nel 1970 inizia gli studi presso la Boston University, Massachussets USA.

Nel 1971 entra all'Ufficio Studi e Ricerche Economiche dell'ENI.

A tale data Massimo Bartolozzi era già entrato in contatto con il grande Economista James Meade di Cambridge, cui aveva spedito la sua tesi. Il rapporto con questo Maestro durerà per molti anni, e sarà fondamentale per la sua formazione di Economista.

Nel 1973 passa dall'ENI alla GEPI come Direttore della Divisione Finanza e Programmazione, occupandosi di ristrutturazioni aziendali, finanziamenti e rapporti con il Mondo Bancario e di Borsa.

Durante i suoi studi alla Boston University compie due tirocini di tre mesi ciascuno presso la World Bank in Washington ed ha occasione di recarsi in Sri Lanka, Costa d'Avorio e Zambia nel quadro degli aiuti ai Paesi in via di Sviluppo.

Nel 1974 ottiene presso la Benjamin Franklin Boston University il Ph.D. in Economia ed Econometria.

Nel 1976 James Meade riceve il Premio Nobel per l'Economia, e invia Massimo Bartolozzi come Lecturer presso l'Unversità di Panjim – Goa (India). Dove ritornerà, sempre come Lecturer, più volte. Conosce l'India ed abbraccia la religiosità Induista.

E' anche Lecturer presso le Università di Standford, De Paul University-Chicago, Cambridge e Austin (Texas), dove aderisce alla corrente Istituzionalista dell'Economia.
Diventa Membro della American Managemet Association; dell' Economic Journal Association e della Leaders in Mind di New York.

Pubblica negli USA ed in Inghilterra numerosi lavori, tra cui i più noti sono: “Oligopoly: a Contracting Approach” [Ed . Allen-Londra 1976]. ”Where is only one proof or one evidence of free-market?” [Colorado State University-Economic Bulletin, marzo 1975]. “Central Banks, Interest Rate and Inflation” [World Bank Journal, 1975 - Washington]. ”The invisible hand is a fair tale or a cheat?” [De Paul University Quaterly Journal - Chigago 1976].

Nel 1977 riceve da Robert Mac Namara, Presidente della World Bank, la proposta di entrare a far parte dello staff della sua Segreteria Particolare. Bartolozzi accetta di trasferirsi negli Stati Uniti. Quando, prima di assumere l'incarico, irreversibili e gravissime avversità colpiscono la sua famiglia in Arezzo, ed è costretto a rinunciare. Dovrà anche tornare ad abitare ad Arezzo.

Nel frattempo è consulente sempre della Gepi, della Cassa del Mezzogiorno e dell' ENI. Ha diversi incarichi come Amministratore e Sindaco Revisore in società dei Gruppi Gepi, Eni, IRI.

Nel 1978 inizia l'attività di Dottore Commercialista in Arezzo, alla quale si era abilitato a Roma già nel 1974. Ma è anche Direttore Generale della TESAR SPA in Arezzo (a partecipazione ENI).

Dal 1981 svolge solo la sua attività in Arezzo. Oltre ad essere dal 1995 al 2000 Docente di Economia Applicata presso L'Ateneo Universitario Giacomo Ugolini in San Marino.

Nel 1985 costituisce la FAC EUROITALIA srl, una Professional Consulting di cui è ancora Presidente, la cui Ragione Sociale sarà mutata in Fac.Bartolozzi Consultuing Srl.

Nel 1989 [Editore Buffetti] pubblica il libro “La Cessione dei Crediti” cui seguiranno “Il Manuale sull' Elusione, 1994 e “Crediti Inesigibili: Il Punto”, 2000, cui seguirà una nuova aggiornata edizione nel 2005.

Massimo Bartolozzi è uno degli Official Speakers dell'Associazione Internazionale Leaders in Mind di New York ed è chiamato spesso come relatore in importanti conferenze internazionaliper i seguenti argomenti:
- Distribuzione dei Redditi -Income Distribution
- Gli Spazi Vettoriali nella Teoria Dell'Impresa
Vector Spaces and Enterpise Theory
- Decisioni Manageriali su Informazioni Imperfette
Making Decision and Imperfect Information
- Le Economie a Somma Zero .-The Zero Sum Economies

Ottiene nel 2003 dalla Dialog Software di Oslo (Norvegia) la certificazione internazionale di “ Balanced Scorecard Operator”.

.

E' Docente di Economia Applicata;Matematica Finanziaria e Economia Bancaria presso il "L'Ateneo Internazionale Giacomo Maria Ugolini-Ambasciatore" -da quest'ulmimo fondato- presso la Repubblica di San Marino:Ateneo che svolge Corsi di Specializzazione a Laurati.
Attualmente svolge l'attività di Economista e Dottore Commercialista ( Diritto Societario e Tributario ,Start Up e Ristrutturazione di Imprese in Arezzo- Via Cimabue 30.
Per pareri su tali materie contattare mbrt@email.it.





Englisjh BIO

Arezzo.


ENGLISH BIO


Massimo Bartolozzi was born in Arezzo (Italy) on 4 th of June 1943. He got in 1969 his degree in Economics at the University of Perugia. His thesis got a bonus of 19 points (the highest possible was and is 20 points), that is the Italian record so far in the matters of Economics Theory and Applied Economics.

In 1970 he passed also the teacher's diploma exam through in Economics and Juridical Regulation. In the same year he started his economist carrier for ENI (Italian Oil Company- a Public Company) as member of Economic Research Department. After two years he was called as Chief of Economic Research Department of GEPI spa (Industrial Enterprises Managing and Acquisition Joint Stock Company-a Public Company too).




In 1974 he got the Ph.D. in Economics at the Benjamin Franklin Foundation in Boston (USA) and the official qualification to practise the profession of Tax Lawyer and Book Chartered Accountant Doctor.


He had already the chance to meet in Cambridge (UK) James Meade (who was going to become in 1976 Nobel Laureate in Economics). At the time Massimo Bartolozzi did his degree's thesis about the Meade's thought on the market structure. The pupil relation with J. Meade was keeping on for many years.

In the meantime Massimo Bartolozzi, as Chief of GEPI Economic Research Department, seized many opportunities to take part in very important workshops and economic researches in Italy and in all the world, India included. In Italy mainly he was member of Prometeia Economic Association and Agnelli Foundation's Progetto Valletta. He had the opportunity also to get in touch with the rising industrial problems of CEE.

In 1977 Robert Mac Namara, President of the World Bank, read out by chance a paper (published in an American Review) of Massimo Bartolozzi having for subject the role of Central Banks in the monetary market.


A good job was offered to Massimo Bartolozzi in the World Bank staff of President Mac Namara.But suddenly gievious adversietes hitetd his family;and he was forced to come back to live in Arezzo-Tuscany-Italy


As economist Massimo Bartolozzi will join the Istitutional Economic Thought,and publish many important papers, as "Oligopoly: a contacting approach" [ G. Allen Press – London –1976] or “Where is one proof or one Evidence of free market?" [Colorado State University,Economic Bullettin, March 1978]. And also “The invisible hand is a fair tale or a cheat?" [De Paul University, Chigago, 1978].

Since 1976, besides the economic research, Massimo Bartolozzi starts the Chartered Accountant and Manager Consultant profession. He deals with Society and Fiscal Law, especiallly in Restructuring Processes. His office was in Rome first, then in Arezzo since 1982.

He improves also Work Psychology and profiler profession for Managers jobs.

In 1985 he set up FAC EUROITALIA - whose name will be changed in FAC.BARTOLOZZI CONSULTUNIVERS.it - a professional consulting very known in Italy; now he is the CEO.

In 1989 he releases, Buffetti publisher, the book "Credit Management" which becomes a best seller. He writes "The Elusion Manual" and "Outstanding Credits Today" too.

He's a member of the American Member Association, of the "Leader in Mind" association in London and of IARIW in Brussel.


He is one of the Official Speaker of the International Association LEADERS IN MIND of New York (Usa) per thee following topics:
- Income Distribution
- Vector Spaces and Enterprise Theory
- Msking Decision and Imperfect Information
-The Zero Sum Economies

From 2003 he is also "Balance Scorecards Operator" for the company Dialog Software (Oslo).
At the Moment HE IS A Jobber in Italy -Arezzo- Tucany -Via Cimabue 30.
To conctat mbrt@email.it