La tesi di sostenere al massimo soprattutto le piccole e medie aziende era,invece,patrocinata soprattutto da Andreatta, Prodi, Grassini, Lombardini altri e Schumacher (creatore del motto “Piccolo è Bello”).
Tecnicamente si trattava di scegliere tra continuare a dare agevolazioni (danari a fondo perduto e finanziamenti agevolati) alle piccole imprese artigiane o qualcosa dimensionalmente di più;oppure concedere agevolazioni solo nel caso in cui tali imprese si fondessero per acquisire dimensioni maggiori.
Prevalse,per sfortuna dell’Italia,la prima tesi.Ed il motivo prevalente va cercato nella corruzione.
Infatti per avere un finanziamento,un mutuo,un contributo a fondo perduto occorre sempre avere l’appoggio di un “Personaggio Importante”.Il quale,poi,vuole la sua tangente.Basta una semplice riflessione psico-matematica per capire che se un “Personaggio Importante”patrocina 10 finanziamenti richiesti da10 imprese diverse incassa di più di quanto incasserebbe nel patrocinare un solo mutuo;anche se l’importo del singolo mutuo è di importo pari ai 10 piccoli mutui messi assieme.
Quindi più numerose erano le imprese più il “Personaggio Importante” avrebbe incassato.
Era chiaro che l’ipotesi di agevolare le fusioni e le concentrazioni di imprese ne avrebbe drasticamente ridotto il numero.Ed anche gli interessi bancari sarebbero stati,nel complesso,minori (poiché la concentrazione avrebbe aumentato i mezzi propri in conseguenza di una seria ristrutturazione sia dei beni strumentali che del capitale circolante).
Nel complesso –stante la padronanza delle banche sul sistema economico italiano – è più che evidente la loro decisiva influenza sul Legislatore.Ed è altrettanto chiaro come nel tempo si siano formate potenti lobbies (politici,operatori di borsa,assicurazioni,grossi imprenditori) attorno al mondo bancario.Potenti gruppi di potere di solito riuniti in Logge Massoniche o nell’Opus Dei.
E’ chiara l’influenza delle banche e delle loro lobbies nei confronti del Legislatore.Le banche hanno sempre ottenuto le leggi che volevano.
Basta pensare all’Art.1283 C.C. ed agli altri articoli riguardanti le operazioni bancarie. L’art.1283,che vieta la capitalizzazione degli inte- ressi (cioè sugli interessi maturati non si possono calcolare altri interessi) fu introdotto nel nuovo Codice Civile del 1942 in seguito alle Leggi Razziali. Infatti a quel tempo non esisteva alcun albo di soggetti abilitati a compiere operazioni finanziarie (l’Albo arriverà solo nel 1992 con il Dlgs 385).Chiunque poteva prestare danari ad altri a tassi di interesse più o meno elevati (ma sempre molto più elevati di quelli bancari).Ed i principali professionisti del settore erano gli ebrei.
Non potendo anche il Fascismo non essere condizionato dal mondo bancario,nel nuovo Codice Civile non venne inserita la definizione di conto corrente bancario (che nel Codice precedente esisteva).E ciò perché,in tal modo,le banche potevano operare a loro piacimento.
Caduto il Fascismo il Codice Civile non venne modificato per quanto riguardava la definizione di conto corrente bancario;infatti le banche erano sempre –regime fascista o regime democratico –intoccabili.
Rimase in essere l’Art.1283,per prevenire atti di usura.Articolo che ,come vedremo,le banche hanno regolarmente ignorato –nel silenzio più assoluto - fino alla storica Sentenza della Cassazione n. 2374 del 16/3/99.
Ma vediamo come a volte le banche italiane si comportano da veri e propri Corporate Raiders.
Di solito accade con società che presentano qualche difficoltà che sarebbe superabile solo con un leggero aiuto:esse si rivolgono alle banche creditrici per essere agevolate nella ristrutturazione dell’impresa.
Entra così in funzione il cosiddetto pool bancario delle banche creditrici ;la cui prima condizione è che gli amministratori della società (o della holding) vengano sostituiti ,con attribuzione di poteri straordinari,da “fiduciari” delle banche stesse.I quali prendono totalmente in mano le redini della società ( o della holding ).
Avendo eliminato gli amministratori dalla gestione – che conoscevano i meccanismi di funzionamento della società ed avrebbero potuto condurla verso una vera e propria ristrutturazione– i fiduciari altro non faranno in primo luogo che cercare di restituire alle banche la maggior parte di danaro possibile riducendo i loro crediti.In ciò cessando di pagare fornitori,altri creditori e gli stipendi ai dipendenti.Che di solito vengono in gran parte messi in Cassa Integrazione( a spese dei contribuenti).E la produzione si ferma.
Quanto ai più importanti managers dell’azienda,essi non resisteranno a lungo.Privi di direttive competenti entrano subito in contrasto con i fiduciari delle banche.Inoltre ,mancanti di liquidità, corrono il rischio di non poter mantenere gli impegni già presi con molti fornitori (impegni che sono soprattutto basati sulla fiducia personale) e rischiano di perdere la faccia.Così come non possono più mantenere,in termini di consegne,gli impegni presi v e pendenti verso la clientela.
Conseguentemente lasciano il posto e se ne trovano un altro.
La gestione della società è ora abbandonata a se stessa;e questo era l’obiettivo che i Corporate Raiders,cioè le lobbies bancarie,si riproponevano di conseguire.Ovviamene anche i fiduciari fanno parte della lobby che,come abbiamo detto,di solito è una loggia massonica (o l’Opus Dei) costituita ed istituita ad hoc per eseguire una serie di queste operazioni.
Tra l’altro i fiduciari bancari provvederanno a distruggere tutta quella documentazione di ieri che oggi potrebbe essere compromettente con le banche.
La società (o la holding) a questo punto viene messa in vendita,procedendo così alla sua totale distruzione.Infatti i fornitori,già in ritardo nelle riscossioni,non venderanno più merce ad una società che non si sa in mano di chi andrà a finire.Così come i vecchi clienti – già spesso in contenzioso per i mancati ritardi nella consegna delle merci –tutt’altro faranno tranne ordinare altre commesse.Quanto alla nuova clientela non arriverà mai più.
Le uniche cose che della società ( o della holding) così svaligiata rimarranno saranno il nome;i marchi;i brevetti ed i processi di produzione abbandonati ma ancora efficienti.
A questo punto tutto è pronto per passare gli assets più importanti (appunto quelli già menzionati) ad una società ( o holding) facente parte della lobby.
I fiduciari delle banche manderano a monte – giustificandosi con le cattive informazioni che le banche hanno provveduto a fornirgli su eventuali società interessate all’acquisto– ogni trattativa con quest’ultime che non fanno parte della lobby.
I fiduciari bancari,poi, faranno un contratto di affitto dell’azienda,con pochissimi dipendenti,con la società scelta dalla lobby; a basso prezzo,con canoni di affitto che prevederanno,dopo il pagamento di un certo numero di canoni, l’acquisizione dell’azienda.
Infine verrà dichiarato il fallimento della società.
La curatela si troverà di fronte ad una fatto compiuto:non può far altro che subentrare nel contratto di affitto perché qualsiasi altra alternativa sarebbe meno conveniente.
Ed il gioco è fatto.Rien ne va plus.
E’ stato presentato al lettore un caso semplice.Ma le fattispecie di solito sono molto più complesse e difficili da far capire in poche righe quando entrano in gioco anche le Merchant Banks delle banche,le loro società di leasing e di factoring e quelle finanziarie.Oltre le loro Fondazioni.
Contro i fiduciari delle banche difficilmente si presenteranno azioni di responsabilità visto che sono tutti nullatenenti.Quanto ad eventuali incriminazioni dei fiduciari i tempi sono lunghissimi;tra aministie, indultini,condizionali,patteggiamenti senza iscrizione nei casellari giudiziari,ecc. se la cavano sempre illesi.
Quanto ai dipendenti, terminata la Cassa Integrazione,rimarranno senza posto di lavoro e senza becco di un quattrino.E dovranno andare a raccomandarsi alla nuova società che ha acquistato per nulla o quasi la vecchia società per cercare di ottenere un posto di lavoro ad un salario molto inferiore a quello che guadagnavano nella società precedente.E pochi ci riusciranno.
Essi riceveranno comunque la loro liquidazione dall’INPS (sempre a spese dei contribuenti).
E’ tutt’altro che raro il caso in cui la società della lobby vada male;e se ne svaligi un’altra per rimetterla in sesto.
Le banche potranno dire che “hanno salvato un’azienda”.Esse riprenderanno i loro crediti dalla società acquirente della lobby con pagamenti dilazionati,a tasso legale del 2,5%,in tempo lunghissimi.
Questi fatti di Corporate Raiders possono avvenire anche tra banche.
O verso società (od holdings) che non sono in difficoltà.In ogni caso si sceglie la società(o holding) “ obiettivo”;e la si distrugge lasciandoci solo know how,brevetti,clientela facilmente recuperabile,processi di produzione o di servizi per trasportarli in un’altra banca o società facente capo alla lobby.
In ogni modo i Corporate Raiders,gli Operatori di Borsa ed i Banchieri ne usciranno a testa alta,come uomini di grande prestigio e grande reputazione.
Ma la figura più eclatante di Barons Robbers si trova soprattutto nella prassi che riguarda solo le banche nel complesso;e si chiama anatocismo.
Ben consapevoli che oggi l’usura altro non è che l’inosservanza della Legge 108/96,fin dall’antichità si è chiamata “usura” la concessione di prestiti comportanti un interesse.Quindi quando nell’immediato conseguo parleremo di usura dovremo intendere la parola interesse(come si capirà).
Già Aristotele condannò l’interesse sui prestiti,chiamandolo usura,in quanto non gli sembrava giustificato che la moneta –essendo mezzo di scambio – si accrescesse semplicemente con lo spostarsi da una mano all’altra.Ovviamente in Aristotele non esiste un’analisi economica dell’interesse (per la quale dovremo aspettare Sant’Antonino da Firenze); siamo ancora molto lontani dal concetto di “moneta merce”;la quale ha dato luogo ai tassi di cambio e allo sviluppo di interessi su moneta prestata.
Contro i prestiti di moneta ad interesse si scagliò per secoli gran parte della Scolastica.Basta citare,Giacomo Della Marca,il Beato Bernardino Da Feltre.Ed in epoca romana Clemente Alessandrino,Tertulliano, Cipriano, Commodoro, Lattanzio, Sant’Ambrogio, papa Leone Magno,
Basileo, Gregorio Nazareno, Giovanni Crestantino.
Quanto agli ebrei era proibito ricevere interessi da un altro ebreo;ma non da persone di diverse religioni.Gli fecero eco i Carolingi Robino Mauro,Graziano Connestore,Guglielmo da Auxerre nel proibire l’uso degli interessi tra cristiani,ma non nei confronti di appartenenti ad altre religioni.
Gli imperatori di Bisanzio Nicefaro I e Basilio I proibirono tassativa- mente ai sudditi di riscuotere interessi;solo lo Stato poteva farlo.
In questa querelle furono i Concili di Lione (1284) e di Vienna (1311) a dichiare l’usura ( pratica di riscuotere gli interessi su di un prestito) peccato mortale,e motivo di scomunica.
Non trovò spazio neppure la tesi che il prestatore,disfacendosi del suo denaro,subiva un lucrum cessans;mentre trovò spazio la tesi che gli interessi erano dovuti se chi aveva ricevuto il prestito non ripagava il debito entro le scadenze stabilite o non lo restituiva per intero.
La svolta decisiva ci fu con il Papa Giulio II il quale,volendo costruire Piazza San Pietro ed abbellire la chiesa con tanto di utilizzo di grandi architetti e artisti (vedi il Buonarruoti che dipinse la Cappella Sistina), ebbe bisogno di danari,e si rivolse agli ebrei pagando loro interessi.
Comunque in questa querelle non fu mai messa in discussione la differenza tra interesse e usura;la differenza consisteva nell’entità nel tasso di interesse applicato.
Ma ciò che non fu mai tollerato fu l’anatocismo;cioè la capitalizzazione degli interessi che producono altri interessi.
Tale pratica non fu ,nella gran parte dei casi,utilizzata neanche dai primi banchieri.
Anche nel prestare soldi ad interesse(mai anatocistici) vi furono casi di coscienza tra i primi banchieri.Basta citare il Datini di Prato (1412) il quale,dopo essersi arricchito a dismisura con questa pratica (inventò i conti di dare a avere ed anche i primi assegni e cambiali) fu colto da una crisi di coscienza per cui cessò tale attività dopo aver fatto donazioni rilevanti ai poveri e costruito ed abbellito chiese e cattedrali.Per poi ritirarsi in preghiera negli ultimi anni della sua vita.Comunque i suoi eredi continuarono l’attività.
Il fenomeno dell’anatocismo,con lo sviluppo del grande sistema bancario dell’800 – a parte nelle “banche di frontiera” del Far West dove accadeva di tutto –cominciò a far capolino solo negli anni ’30.
Un contratto di conto corrente doveva ,pena nullità, (metodo diretto) prevedere la data di chiusura entro la quale non era possibile nessuna revoca.Al momento della chiusura i due contraenti potevano rinnovare il contratto di conto corrente ,che diveniva così a “chiusura presunta”.In questo caso si continuava a calcolare gli interessi, senza capitalizzarli,fino al giorno della effettiva chiusura.
Poi si passò al conto corrente a revoca (metodo indiretto);gli interessi (che poi erano sconti) si calcolavano non come nel metodo diretto (dal giorno dell’operazione al giono di chiusura ) ma da un giorno –chiamato “epoca” (che poteva essere il giorno di apertura del conto corrente,il giorno della prima operazione od un altro giorno qualsiasi ) –fino alla data delle operazioni.Al momento della revoca si calcolavano saldi capitali ed interessi.