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LE ULTIME SCINTILLE DI GAD LERNER

28/02/2010 6942 lettori
5 minuti

Un libro inatteso, quello appena uscito di Gad Lerner, “Scintille, storia di anime vagabonde”, firmato Feltrinelli.

Una storia appassionante, sospesa tra biografia e reportage. Gad Lerner si addentra nel suo “gilgul” familiare e lo fa senza riserve, con gli occhi ora del bambino, ora del giornalista che è diventato. “Gilgul” è il termine ebraico che si rifà al vagabondaggio delle anime che si frantumano e, scontrandosi, danno luogo a delle scintille. Anime che, strappate alla vita, girano intorno ai superstiti fino a trovare la via del ritorno. Gilgul, insomma, come “reincarnazione delle anime”. Un percorso, infatti, che parte da Beirut, terra madre di Lerner, passa per la Polonia, raggiunge l’Ucraina e poi torna in Libano.

C’è lo sterminio degli ebrei d’Europa e la Guerra d’indipendenza nella nativa Palestina. E ci sono i familiari, uccisi dai nazisti. Gad Lerner racconta di un padre ingombrante, dell’enigmatica nonna Miriam, chiamata Teta, grassa, foruncolosa e sdentata, incompresa e derisa perché estranea alla raffinatezza levantina della Beirut in cui è cresciuta Tali, la moglie di Moshè. Racconta di nonno Elias, nato nella Galizia yiddish, l’odierna Ucraina, «gentiluomo coi baffetti alla Charlie Chaplin».

E non mancano le foto in bianco e nero, al centro del volume, di nonni, genitori, terre.

Ci sono quindi il Libano, la Beirut degli anni Quaranta, l’Ucraina, c’è il confine tra il Libano e Israele, presidiato dai soldati italiani. Ed è qui che si riuniscono le nazionalità di Lerner, libanese, israeliana, italiana.  E’ un italiano di Milano Gad Lerner, ma con origini lituane, la nazionalità di una sua bisnonna. E’ anche ucraino, la patria dei suoi nonni paterni. Siriano e anche libanese, la terra della madre. Forse israeliano, il Paese che ha accolto i suoi parenti. Bisnonni, nonni, zii, cugini e nipoti, tutti di ceppo ebraico, vivono infatti oggi in Israele.

Un racconto lucido e carnale al tempo stesso, religioso e miscredente. A tratti contraddittorio. Il tutto condito da un’ironia sinuosa. Ironici sono i ritratti dei suoi familiari che talvolta diventano personaggi,  come il padre Moshé con il quale Dadone, così il padre chiama il figlio, ha sempre avuto un rapporto difficile «Lei è il padre di Gad Lerner?», «No, lui è mio figlio!».

 

Elisa Giacalone - Milano


Elisa Giacalone
Elisa Giacalone

Nata nel 1980, si è laureata a Palermo nel 2004 in Lettere Moderne con una tesi sperimentale dal titolo "Tra giornalismo e letteratura: l'attività giornalistica di Goffredo Parise". E' specializzata in Filologia Moderna e insegna Italiano e Storia in un istituto superiore. Ha cominciato la sua attività giornalistica a diciannove anni in un mensile, «L’Occhio», nel quale ha lavorato due anni a tempo pieno. Si è occupata di reportage turistici, di attualità e di qualche inchiesta. Successivamente l’esperienza dei quotidiani: «La Sicilia» e «La Repubblica» (redazione di Palermo). Ha collaborato con un altro quotidiano, stavolta locale, “Marsala c’è” (pubblicato anche on line, www.marsalace.it) dove si è occupata di cronaca. Ha partecipato a vari concorsi letterari distinguendosi quasi sempre nelle prime posizioni. Ha lavorato come giornalista radiofonica a Radio Italia Anni 60, una delle emittenti dipendenti da Radio Italia Solo Musica Italiana. Ha anche condotto un programma d'informazione e intrattenimento incentrato sulle interviste. Ha vissuto a Londra per alcuni mesi per una workexperience nel settore "Giornalismo" e ha realizzato un progetto di ricerca (in lingua inglese) dal titolo "The evolution of blog and its impact on the journalism profession: an exploratory approach". Attualmente si divide tra il lavoro di insegnante a scuola e la passione del giornalismo e della letteratura che porta avanti attraverso la radio, le collaborazioni giornalistiche e attività culturali varie. Ha anche un blog (www.reporteritinerante.ilcannocchiale.it) dove è possibile leggere i suoi reportage di viaggio e non solo.