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DiCinema: la nuova Hollywood

26/08/2015 14974 lettori
5 minuti

Se la comicità di successo, nel cinema, è quasi sempre stata una prerogativa dell’attore “bianco” (scongiurando qualsiasi forma di razzismo), nel precario equilibrio dato alla caratterizzazione estrema riposta nelle radici etniche... bene, chi si è cimentato in un simile ruolo importante, per facile presa di pubblico, ha sempre dimostrato quanto sia indispensabile miscelare carisma e talento per l’unico risultato richiesto: la risata... necessariamente di buongusto! Eddie Murphy (newyorchese classe ’61) di quella risata ne ha fatto un vero e proprio “marchio di fabbrica”, ringraziando un doppiaggio italiano riposto nel nostro Tonino Accolla (ormai soprannominato Simpson, per la gloria stessa del cartone animato statunitense in quel di Homer), debuttando precocissimo dal diploma al Saturday Night Live, per approdare al cinema con altrettanta irruenza e successo, cominciando dal battesimo di Walter Hill, 48 ore, in coppia con Nick Nolte (sempre suo il sequel diretto dieci anni dopo), per essere coinvolto dal grande John Landis nella scommessa più esilarante del cinema americano, nel fortunato Una poltrona per due, in coppia con Dan Aykroyd (Don Ameche e Ralph Bellamy di ottimo contorno). La consacrazione definitiva di pubblico arriva con il poliziotto Axel Foley, nel cult blockbuster che ha sconfinato in una dissacratoria trilogia (ottimi i primi due episodi, un pò fiacco e deludente l’ultimo ripreso da Landis), Beverly Hills Cop diretto da Martin Brest. Una parentesi in salsa Zen-Buddista, con il felice Il Bambino d’Oro, per riconfermare Landis nel primo valzer di personaggi interpretati da Murphy (niente fotoritocco virtuale, solo maquillage e comicità), Il Principe cerca moglie in coppia con un altro grande talento della televisione americana, Arsenio Hall. Stessa fortunata sorte nel plagiato Il Principe delle Donne (in originale Boomerang), con una dolce Halle Berry a reggere le sorti dell’esilarante protagonista, per approdare allo splatter Horror d’autore, in un Wes Craven “ammorbidito” dal carisma dell’attore, in Vampiro a Brookliyn, in coppia con Angela Bassett. Il susseguirsi di una comicità basata sulla mimica poliedrica, lo vede preconfezionato nei vari Il professore matto (il primo episodio diretto da Tom Shadyac) e Il Dottor Dolittle, fondamentalmente basati sulla tradizione cinematografica legata al ventriloquismo animale dalla facile risata, vedi un Francis e il Mulo parlante, rieditato dalla DreamWorks nella caratterizzazione di Ciuchino nella saga di Shrek, a cui Murphy ha prestato la voce nel fortunato doppiaggio.

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.