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E poi una frase di senso compiuto.

03/04/2019 36295 lettori
4 minuti

Perché lavoriamo? Qual è il significato del lavoro? Come deve essere organizzato il lavoro? Sono solo alcune delle domande che si pongono coloro che sono occupati in forme ormai varie e in contesti sempre meno omogenei, alle quali la comunità scientifica ha cercato e cerca di dare risposta. Appagato, almeno in parte, d’aver potuto riflettere su l’esercizio professionale, durato sette lustri abbondanti, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità, ed aver visto emergere quel tacito agire non espresso con parole, ma facilmente desumibile da altri indizi e concretezza dei fatti, è d’uopo perseverare nel proposito di incitare la creatività.

Una creatività che possa produrre nuove idee: «creatività e cultura costituiscono il pilastro della qualità sociale». Queste conoscenze, esportate dal laboratorio al campo di applicazione, scontano una distanza in termini di condivisione di metodo oltre che di impostazione concettuale: le posizioni riduzionistiche spesso hanno prevalso sulla complessità lavorativa. «In questo senso il riduzionismo può essere inteso come un'applicazione del cosiddetto "rasoio di Occam", secondo cui non bisogna aumentare senza necessità le entità coinvolte nella spiegazione di un fenomeno».

Dare uno scopo alle proprie letture ed orientare la riflessione verso la ricerca e la creazione di relazione, corrispondenza o connessione, possibilmente reciproca, con altri interlocutori è stata e resta la meta. Fare considerazioni originali e pertinenti, d’incitare la creatività, d’incoraggiare le iniziative di riabilitare il senso primario dell’agire politico e di promuovere la cultura come vettore d’emancipazione, non può rientrare nelle mie competenze, ma può vedermi interessato. La creatività è strettamente legata all’originalità, la creatività e qualcosa di nuovo che nasce spontaneamente, altrimenti c’è già il conosciuto, il già fatto che viene portato avanti, il ripetere che diventa rassicurante e non riserva mai sorprese.

Il gioco come formazione estetica. Premessa: Giocare, un po’ sognare. «La stessa radice della parola illusione è quella del gioco: vuol dire... appunto stare – nel – gioco. Il gioco, come l’in-lusio, è una trasformazione del reale in una connessione ipotetica, senza pretese di oggettività: che si allontana dalla realtà, non la trascende. Non dà il senso della realtà, non è questo il suo pregio; ma costruisce il futuro, l’azione. Non c’è progetto di vita o di politica senza una componente d’in-lusio a darle lena, a far vedere amico quel mondo che fin da tempi antichissimi suscita invece lamentazioni». Vorrei continuare a giocare. È guardare le cose da un proprio ostinato punto di vista, con l’ottimismo di chi sa di essere padrone del gioco, e cerca l’appiglio per interpretare il mondo in modo comprensibile – mentre non è facile

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.