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Ancora sulla situazione dei Corsi di Comunicazione

19/10/2004 16689 lettori
4 minuti

Il tema delle lauree specialistiche è molto caldo e ne ho avuto conferma dalle reazioni  che ci sono state sul sito dopo l'articolo provocatorio che avevo pubblicato in proposito.
Più in generale però sul nostro sito si parla spesso della situazione complessiva dei corsi di Comunicazione in Italia.
Per questo ho drizzato subito le antenne quando ho visto come primo articolo della newsletter Ferpi del 13 ottobre un pezzo intitolato "13.000 studenti di Scienze della Comunicazione solo a La Sapienza di Roma: un successo? Qualcuno dice un disastro. Il preside De Masi si dimette. Ma non è così dappertutto, afferma Invernizzi. Parliamone".

L'articolo in questione (http://www.ferpi.it/frame.asp?Page=diario_vis.asp&Frameset=Diario&NC=71021&Cod=10122004142357) inizia con una notizia che forse avrete sentito anche voi, ossia le dimissioni di Domenico de Masi da preside di Scienze della Comunicazione a La Sapienza.
Un fatto abbastanza clamoroso, visto che il sociologo aveva lanciato grandi progetti, tra cui l'apertura notturna delle strutture universitarie, e si era dimostrato estremamente propositivo e attivo nel potenziare la facoltà di SdC più grande d'Europa.
Nell'intervista riportata sul sito Ferpi trovate i motivi di queste dimissioni, in sintesi comunque De Masi lamenta un corpo docente troppo esiguo, strutture carenti e mancanza di investimenti.

Questa situazione dunque si inserisce nel filone, ormai "classico", della riflessione sul numero e sull'utilità dei corsi in Comunicazione nel nostro paese.
Chi frequenta Comunitazione sa bene che  personalmente mi sono sempre dichiarato soddisfatto dal percorso di studi che ho concluso e che ho cercato spesso di controbattere alle lamentazioni di chi diceva che Scienze della Comunicazione (e affini) è un corso inutile.
Bisogna però riconoscere che negli ultimi anni, specie con l'avvento del Nuovo Ordinamento, il numero dei corsi e delle sedi si è moltiplicato a dismisura e che sicuramente non tutti questi atenei oggi sono in grado di offrire una didattica all'altezza.
Anzi, per essere più esatti alcuni corsi, non faccio nomi ma ho visto certe situazioni con i miei occhi, sono delle autentiche truffe, visto che sotto i nomi delle materie curricolari si insegnano cose che con la comunicazione non hanno nulla da spartire.

Per questo sono d'accordo con il Prof Invernizzi che nello stesso articolo invita a considerare come nel nostro Paese la situazione dei corsi in comunicazione sia estremamente variegata e dunque l'equiparazione data dal valore legale del titolo di studio sia fuorviante e non si possano valutare le capacità di tutti i comunicatori sulla base della preparazione riscontrata in uno specifico ateneo.
Dunque Invernizzi suggerisce ai giovani che devono iscriversi e alle imprese che devono assumere "di valutare con molta attenzione gli atenei e i singoli corsi di laurea".

Giustissimo ma credo che la soluzione del problema sia a monte e consista nell'eliminare la gran quantità di corsi inadeguati che "inquinano" il mercato dell'università e dell'occupazione con persone che si rivelano, non per colpa loro, assolutamente inadeguate.
Oggi come oggi infatti i corsi di comunicazione devono ancora essere pienamente capiti dal mondo  del lavoro e, proprio per questo, dovrebbero immettere nel mercato professionisti eccellenti in modo da poter stimolare gradualmente un reale allargamento della richiesta.
Questo miglioramento passa anche per scelte dolorose, come la restrizione degli accessi e la limitazione del numero di corsi presenti sul territorio, in modo da concentrarvi i migliori docenti.
Lo so che può sembrare una lesione al diritto allo studio ma non credo che sia un provvedimento peggiore di quello che consente a migliaia di studenti di iscriversi a corsi truffa che danneggiano loro e insieme i loro colleghi degli Atenei più seri.

Riassumendo quindi io credo che per la comunicazione ci sia un mercato e che questo possegga anche margini di crescita ma l'unico modo per farlo decollare è investire sulla qualità.
Il processo dunque dovrebbe essere il seguente: pochi corsi di eccellenza -> buon riscontro da parte del mercato -> allargamento dell'offerta di lavoro -> aumento dei comunicatori che possono essere assorbiti (e dunque dei corsi e del numero di ammessi agli stessi).
Attualmente invece abbiamo: aumento continuo dei corsi -> caduta progressiva della qualità -> peggiore riscontro del mondo del lavoro -> stagnazione o addirittura recessione dell'offerta di occupazione.

Fin qui le mie idee, preferisco però non dilungarmi e spero invece che queste poche cose che ho detto possano essere il punto di partenza per sentire le vostre impressioni e far partire il dibattito.

GIANLUIGI ZARANTONELLO
Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.