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Perché fare innovazione digitale nel retail è importante e difficile

05/12/2016 29002 lettori
4 minuti

Importante e difficile: questa è l’innovazione digitale nel retail, tanto che il 65% dei top retailer italiani è frenato dall’assenza di una chiara strategia su temi come la digitalizzazione del consumatore, la complessità crescente dei processi e la competizione delle Dot Com, anche se 3 su 4 si dichiarano al lavoro per definirla. Lo dice l’ultima ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digital nel Retail del Politecnico di Milano, da cui è tratta l’infografica che pubblico in questo post.

 

innovazione digitale nel retail

IL TEMA ORGANIZZATIVO

Una delle prime cose che saltano all’occhio nell’immagine qui sopra è la presenza di più attori: CEO, CIO e CMO, a riprova del fatto che parliamo di un complesso lavoro di squadra, come ho discusso molto di recente in altri contributi.

Lo afferma anche Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano che dice che “Sia l’efficienza sia la bontà del servizio offerto al cliente possono trarre notevoli giovamenti dalla digital transformation: una trasformazione che ha speranze di successo solo se non è vissuta come un’operazione meramente tecnica, da delegare agli specialisti dell’IT, e che spesso richiede la presenza di un ecosistema di imprese – solitamente startup per la novità dei compiti svolti – in grado di svolgere quelle funzioni di servizio che il retailer non può sviluppare in casa, perché non ne ha le competenze e/o le convenienze.”

La necessità di nuove risorse interne emerge dai dati che indicano come fondamentale per oltre il 60% dei top retailer l’eCommerce Manager (che deve lavorare anche sull’integrazione con i canali tradizionali) ma anche il Digital Officer (55%), responsabile della digital transformation. Sono ritenuti poi rilevanti tutti coloro che gestiscono e ottimizzano le strategie e le performance legate ai canali web/social dell’azienda: il Digital Marketing Specialist/Manager (54%), il Customer Analytics Specialist/Manager (53%), il Social Media Specialist/Manager (46%) e il Digital Communication Specialist/Manager(42%). Tutto purché, aggiungo io, queste persone lavorino davvero in modo coordinato e corale con il focus sui destinatari di queste innovazioni.

L’assenza di coordinamento strategico infatti si traduce purtroppo in un livello di investimento troppo modesto: anche se registra una crescita interessante, passando dal 15% del totale degli investimenti annuali nel 2015 al 17% nel 2016, la spesa in digitale dei top retailer è ancora inferiore a un punto percentuale del fatturato.

QUALE INNOVAZIONE SERVE DAVVERO?

Un altro punto su cui a mio avviso c’è spesso confusione è la sostanziale differenza tra innovazione orientata alla notiziabilità e quella sostanziale e di reale trasformazione, in tutti e tre gli ambiti indagati dalla ricerca del Politecnico: nel back-end (processi di interazione retailer-fornitori o processi interni del retailer), nella customer experience in punto vendita e a supporto dell’omnicanalità.

Le innovazioni digitali nel back-end sono largamente diffuse e consolidate tra i top retailer italiani, il 93% del campione ne ha adottata infatti almeno una, mentre il numero si assesta all’80% del campione nel front-end a supporto della customer experience in punto vendita.

Il punto cruciale, e più difficile da attuare a mio avviso, riguarda però il terzo pillar dell’omnicanalità dove si gioca la sfida con i pure playerLa quasi totalità dei retailer utilizza i canali digitali per supportare le fasi di pre-vendita o post-vendita, o per abilitare la vendita. Oggi l’88% dei retailer è presente sia online sia su mobile (era l’80% nel 2015 e il 65% nel 2014) ma solo il 65% (era il 61% nel 2015) ha un sito di eCommerce per vendere online.

Infine sul mobile, vero punto di contatto fra mondo fisico e digitaleil 34% del campione ha una App o un Mobile site, per offrire funzionalità nel pre e post-vendita, mentre il 55% (era il 42% nel 2015) ha un’iniziativa di Mobile Commerce. 

Numeri che segnano una tendenza all’evoluzione ma che dicono anche che serve ancora lavorare sul coraggio di innovare radicalmente, avendo al contempo un’idea chiara di come farlo.

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.